“Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda. Il suo compito è additare ciò che è nascosto, dare testimonianza e, pertanto, essere molesto” (Horacio Verbitsky)

sabato 25 aprile 2009

sabato 18 aprile 2009

Una colazione di lavoro


L'Aquila, 18 apr. - (Adnkronos) - "Ieri abbiamo fatto un vertice che non era un vertice ma una colazione di lavoro". Silvio Berlusconi respinge le critiche dell'opposizione che ha accusato il premier di aver deciso le ultime nomine Rai in un vertice di maggioranza a Palazzo Grazioli.



giovedì 16 aprile 2009

ANNOZERO: LA CENSURA METTE IL TURBO

GIU' LE MANI DA VAURO !!!

Che si stesse preparando qualcosa contro Vauro Senesi l’avevano capito anche i sassi. Ma che la decisione del direttore generale della Rai Mauro Masi di sospendere il geniale vignettista sia stata motivata con l’essere la nota vignetta sulle bare “gravemente lesiva dei sentimenti di pietà dei defunti e in contrasto con i doveri e la missione del servizio pubblico”, più che perplessi lascia interdetti.

La motivazione, infatti, tenta maldestramente, ma anche vigliaccamente, di attribuire a quella vignetta un messaggio che non gli appartiene, riconducendo a Vauro la volontà di offendere la comunità abruzzese colpita dal terremoto. In realtà, il messaggio che Vauro ha voluto veicolare è chiaro: far riflettere il telespettatore sugli effetti nefasti che l’entrata in vigore del nuovo piano casa ideato dal governo Berlusconi potrebbe avere qualora si riproducesse la tragedia abruzzese. L’aumento della cubatura di immobili mal costruiti, o abusivi, addirittura inesistenti per il catasto, porterebbe certamente ad un aumento dei morti in caso di terremoto, quindi al necessario (ecco il messaggio satirico) aumento della cubatura dei cimiteri.

Una vignetta di una coerenza causale straordinaria. Con quella vignetta Vauro ha leso non il sentimento di pietà dei defunti, ma gli interessi del governo Berlusconi, e nel contempo ha voluto tutelare gli interessi dei sopravvissuti.

Di fronte all’unico, reale messaggio satirico contenuto in quella vignetta, la decisione del direttore generale della Rai di non far mettere più piede a Vauro negli studi di Annozero non può che ritenersi gravemente illegittima. Una decisione che priva Vauro della libertà dell’arte, garantita dall’art. 33 Cost., specificamente nella sua espressione satirica. Tra l’altro, su questo punto è bene fare una precisazione.

La vignetta di Vauro non fa ridere, è vero. Ma solo perché non voleva far ridere. La satira non deve necessariamente suscitare ilarità. Può far ridere, ma può anche commuovere, rattristare, amareggiare, o semplicemente far riflettere, grazie all’estro dell’artista. Proprio come fa la rappresentazione filmica attraverso i suoi vari generi (comico, drammatico, sentimentale, etc.). La differenza è nella durata della manifestazione artistica: nella vignetta è istantanea. Ma non per questo la vignetta satirica non va ricondotta sotto l’ombrello protettivo dell’art. 33 Cost., che sancisce la libertà dell'arte.

Un grave atto di censura, dunque, quello del direttore generale della Rai, essendo volto a bloccare la libertà di manifestazione artistica. Una censura, tra l’altro, che si serve pretestuosamente di argomenti toccanti, quale quello della solidarietà con le vittime del terremoto, ma fuorvianti, perché costruisce attorno alla vignetta di Vauro un falso messaggio. Sotto questo aspetto, si può dire che siamo di fronte ad un caso di censura sciacalla.

Tra l’altro, si noti un particolare. La motivazione adottata da viale Mazzini per colpire Vauro (vignetta “gravemente lesiva dei sentimenti di pietà dei defunti”) parafrasa il nome del Capo II del Titolo IV del codice penale (“Dei delitti contro la pietà dei defunti”). E’ un insieme di norme (artt. 407 413) che prevede e punisce reati come la violazione di sepolcro, il vilipendio di tombe, il turbamento di funerale, il vilipendio di cadavere, la distruzione o soppressione o sottrazione di cadavere, l’occultamento di cadavere, l’uso illegittimo di cadavere. In sostanza, e nemmeno implicitamente, l’espressione artistica di Vauro è stata accostata a tali fattispecie di reato, senza che possa esistere alcun punto di contatto con esse, come anche uno stolto capirebbe.

Pertanto, non sarebbe azzardato chiedersi se una simile motivazione, adottata con la consapevolezza che sarebbe stata inevitabilmente diffusa al pubblico, non possa realizzare gli estremi della diffamazione. Accusare pubblicamente qualcuno di aver manifestato, all’indomani di una immane tragedia quale quella abruzzese, quantomeno insensibilità e non curanza per la morte di centinaia di persone, certamente lede la sua reputazione. Soprattutto se si considera che la motivazione adottata si basa su un evidente stravolgimento del messaggio satirico che, attraverso quella vignetta, Vauro ha voluto veicolare.



Scritto da (avv. Antonello Tomanelli) http://www.difesadellinformazione.com/

mercoledì 15 aprile 2009

GLI ZERBINI FANNO CARRIERA E GLI UOMINI LIBERI VENGONO LICENZIATI!!! di Alessio Galati






Registriamo oggi la notizia che Vauro (vignettista della trasmissione Annozero),è stato sospeso dalla RAI per via di una vignetta non piaciuta ai vertici della stessa azienda e quindi ai suoi capi, e cioè gli zerbini dei politici. Pertanto non vedremo più Vauro chiudere le puntate di Annozero come è successo fin'ora...ed è ovvio che sulla trasmissione di Santoro ci siano sempre le polemiche del caso...come si fa a non insultare una trasmissione che racconta l'esatto opposto di quello che tutte le altre TV raccontano?Come si fa a credere ad una sola voce,quando ve ne sono 1000 altre che dicono il contrario?Come è possibile che l'unica trasmissione in Italia che non si piega al potere,venga regolarmente attaccata e demonizzata? E così,mentre alcuni italiani si affannano nel cercare di capire chi vincerà il Grande Fratello,mentre tutte le TV concentrano i loro sforzi nel mostrare l'eroismo dei volontari (questa è l'Italia a cui tutti piace pensare di appartenere), mentre il Governo va a fare le passerelle pubblicitarie nelle zone terremotate e non perde ovviamente occasione di far campagna elettorale,mentre Riotta viene promosso a direttore del "SOLE24ORE"..ecco che nell'indifferenza di tutti si riesce finalmente a colpire la trasmissione scomoda,ecco che si riesce finalmente ad assestare un cazzotto sul mento di chi proprio non si vuole mettere in riga. Già: mettere in riga, ripulire, far piazza pulita, mettere ordine...un linguaggio che spesso sentiamo e che è tipico di una certa "ideologia", un linguaggio che appartiene a quel tipo di gentaglia che vive gli organi democratici come un ingombro..un linguaggio che a noi italiani dovrebbe ricordarci i tempi più bui della nostra storia. Mussolini ad esempio odiava la satira, odiava in maniera ossessiva le caricature e tagliava fuori dalla società tutte quelle persone che non parlavano come il partito voleva,che non si adeguavano alla linea del partito. Tutti si dovevano mettere al servizio del Governo e non dello Stato: artisti,contadini,medici,allevatori,industriali,operai e sopra tutti e più di tutti i giornalisti. Era proibito fare ironia su tematiche sociali del Paese,era proibito avere opinioni diverse dal partito ed esprimerle. Oggi pare non sia cambiato molto in merito a ciò. Pare che in Italia oggi ci sia un solo modo di fare giornalismo e cioè quello che impongono i partiti e i potenti... e non mi riferisco solo a silvio...è del tutto evidente che a molti altri fa comodo che Vauro venga privato della sua matita.


Immagino come sarà felice Rutelli,come gioirà Gasparri,come sarà gaudio D'Alema,come sorrideranno i leghisti..immagino che silvio festeggerà ad Arcore con la sua banda di leccapiedi e fedeli schiavi. Insomma non c'è che dire: un quadretto niente male!!! Vogliamo ribadire oggi però, il nostro attaccamento alla democrazia e alla costituzione..il nostro attaccamento alla nostra bandiera e al nostro Paese,la nostra incondizionata fedeltà al nostro Stato e quindi ad un principio su tutti:la libertà..di parola di opinione,di satira..e non alla libertà di cui parlano nei loro comizi. Già, perchè oramai si sono definitivamente appropriati di queste parole che fino a ieri non avevano nessun colore e nessuna ideologia politica..hanno preso le parole più belle e significative e le hanno utilizzate per dare il nome ai loro partiti e non è un caso che il partito più forte si chiami proprio POPOLO DELLE LIBERTA'. Se ne vanno in giro a predicare libertà abusando continuamente di questa parola a sproposito,e appena sentono dire qualcosa che non gli è gradito o che smentisce le loro parole,la prima cosa che fanno (invece di dare spiegazioni su ciò che gli si contesta) è quella di negare la libertà alla voce fuori dal coro di essere sentita. E allora dove sta la libertà se un vignettista non può più fare le vignette? Ma ci siamo dimenticati che in questo Paese esistono i tribunali per giudicare i vivi e i morti,e che chiunque si senta offeso da qualcun altro ha il diritto di cercare giustizia presso i tribunali? Invece questi sono ormai abituati a farsi giustizia da soli, a segare le persone scomode direttamente con le loro mani. La sospensione di Vauro non è solo un modo per colpire lui,ma è anche un modo più subdolo per colpire Santoro ed il suo staff,la loro credibilità agli occhi degli italiani come giornalisti e uomini di informazione.Allora oggi,mercoledì 15-4-09,vogliamo dire a questa gente che Annozero non si tocca ,che nessuno si azzardi a mettere in discussione la legittimità di Annozero ad andare in onda...che nessuno si prenda la briga di censurare Santoro più di quanto abbiano già fatto. Abbiamo sulle spalle una crisi economica mondiale, viviamo in un Paese in cui trovare un lavoro in cui verrai certamente sfruttato è come vincere la lotteria,un Paese con 18 parlamentari condannati in via definitiva che stanno in Parlamento a legiferare,un Paese in cui chi ruba la borsetta all'anziana è un delinquente da punire ed educare,mentre chi invece ruba milioni e milioni di euro ai risparmiatori va comunque protetto. Abbiamo gli esempi di Tanzi, Geronzi, Ligresti, Tronchetti Provera, Colannino e tanti altri bei nomi dai quali ovviamente non si può escludere quello di silvio..ancora ci devono spiegare chi uccise i giudici Falcone e Borsellino e i loro agenti di scorta..chi uccise Chinnici,chi uccise Ninni Cassarà,o Beppe Montana..Eppure con tutti i problemi che abbiamo,la cosa importante è sospendere Vauro per la sua vignetta,andata in onda giovedì scorso alle 23,30 c.ca, per la bellezza di 4 o 5 secondi. Ma perchè però nessuno dice nulla quando Mills viene condannato per corruzione di un giudice nel processo a Mediaset? I soldi li aveva presi da silvio (per questo e con questa certezza è stato condannato)..perchè nessun giornalista ne ha chiesto conto a silvio? Per quale motivo quando Gasparri denigra e offende qualcuno nessuno gliene chiede conto? Perchè loro possono dire tutto quello che vogliono senza contraddittorio e noi invece non si ha nemmeno più il diritto di fare satira??? Perchè qui non c'è solo il diritto di Vauro di fare satira che è in gioco..c'è molto di più..c'è il diritto che noi abbiamo di sentire e vedere la satira di Vauro sulla nostra Tv di Stato..diritto che ci è stato negato senza nemmeno chiederci un parere.


Per chiudere voglio ricordare ancora una volta che lo zerbino Riotta,dopo anni di compiacenti servizi televisivi all'interno del Tg1,dopo una direzione del Tg più importante d'Italia a dir poco indecente, dopo insomma una bella gavetta da schiavo, è stato pochi giorni fa promosso alla direzione del SOLE24ORE, che è il giornale finanziario più importante d'Italia. Mi pare ovvio: ha dato costantemente prova di servilismo e obbedianza,e quindi il miglior schiavo se lo aggiudica il miglior padrone, è cioè la finanza!


Ricordo ancora una volta ,anche se ormai è più che chiaro,che Vauro è invece stato sospeso dalla RAI e la trasmissione ANNOZERO privata del suo vignettista. Queste due notizie vanno di pari passo: GLI ZERBINI FANNO CARRIERA E GLI UOMINI LIBERI VENGONO LICENZIATI!!!

All'estero si ironizza, ma in Italia non si parla delle brutte figure del premier

[articolo originale di Tana de Zulueta qui]


Sorpresi? Indignati? Difficile dirlo. La maggior parte degli italiani semplicemente non sa che durante una visita ai terremotati Berlusconi ha paragonato l'esperienza delle famiglie costrette a dormire in tenda nel clima gelido dell'Abruzzo ad una gita in campeggio.

I telegiornali passarono diplomaticamente sotto silenzio l'ultima gaffe e i quotidiani, perlopiù, seguirono il loro esempio. Il buon uomo, dopotutto, voleva solo tirare su il morale a tanta povera gente. L'unico titolo di rilievo fu quello del Manifesto: "Berlusconi gaffeur anche in Italia. Il "giorno in campeggio" fa scandalo. Ma solo all'estero". Tutto qua. Tutto normale, anche lo spettacolo del primo ministro che si agita davanti alle telecamere e le autorità riunite con un enorme casco da pompiere in testa mentre saluta un'anziana signora rimasta senza casa. Siamo assuefatti.

Le brutte figure di Berlusconi fanno notizia all'estero, non in Italia. L'incredibile scia di sceneggiate e passi falsi del nostro primo ministro in Europa, mentre tentava in tutti i modi di entrare sotto i riflettori di Barack Obama, lasciò stupefatto il resto del mondo e la maggior parte degli italiani apparentemente rassegnati. E' una vecchia storia che sorprende gli stranieri ma non chi conosce la situazione dei media in Italia.

I problemi cominciano quasi sempre quando il nostro si avventura all'estero. A Mosca l'anno scorso, come tutti si ricordano, salutò il presidente-eletto Obama come "bello, giovane e abbronzato". (Dando voce ai tanti italiani che si vergognarono, Carla Bruni-Sarkozy si dichiarò felice di non essere più cittadina italiana.) Già nel 2003, durante un dibattito al parlamento Europeo di Strasburgo, Berlusconi aveva chiamato un europarlamentare tedesco "kapò", come venivano chiamate le guardie nei campi di concentramento, e disse che lo avrebbe proposto per una parte in un film sui lager. Nello stesso anno tentò di invogliare gli investitori di New York con l'irruenza del sessista impenitente: "Un'altra ragione per investire in Italia è che abbiamo delle bellissime segretarie". L'elenco continua.

A casa, invece, l'immagine del premier e le sue uscite pubbliche sono minuziosamente curate. Di solito sceglie lui le domande e il suo staff gestisce tutti i suoi movimenti. Le telecamere vengono collocate in modo da garantire una ripresa favorevole. Bisogna ricordare che la metà dei giornalisti in Italia lavora per lui, e l'altra metà sa che potrebbero farlo un giorno.

Attraverso il suo gruppo Mediaset, Berlusconi e la sua famiglia controllano tre canali televisivi privati (la società di raccolta pubblicitaria Publitalia rifornisce anche buona parte delle altre), due quotidiani, una squadriglia di riviste, un circuito cinematografico e il maggior editore di libri. Dubbi di conflitto d'interesse? E' stato cancellato da una legge ad hoc che l'ultimo trafelato governo di Romano Prodi non fece in tempo a cancellare. Grazie ad un'altra legge-simbolo Berlusconi ha superato le sentenze della Corte costituzionale, legalizzando il suo quasi-monopolio e rafforzando la manomorta della politica sul servizio pubblico radiotelevisivo.

Mentre il terremoto continuava a provocare vittime e sofferenze in Abruzzo, tutti gli alti incarichi della Rai erano in discussione. Ora che il Parlamento ha trovato un accordo sui componenti del consiglio di amministrazione, Berlusconi e i suoi alleati si stanno concentrando sui telegiornali. Tutti i capi delle tre reti, dei telegiornali e dei servizi radiofonici sono in ballo. Secondo tradizione, il presidente del Consiglio dovrebbe scegliere il nuovo capo del TG1. All'ex-titolare, che non mancò mai di riguardo nei confronti di Berlusconi, anche quando era all'opposizione, ha goduto di un atterraggio morbido, con la direzione di uno dei giornali più importanti del paese, Il Sole 24 Ore.

Dovrebbe preoccupare qualsiasi italiano constatare che la trattativa per le nomine di vertice nei media del paese è talmente sistemica che anche grandi giornali privati si trovano coinvolti nella stessa tornata negoziale del servizio pubblico radiotelevisivo. Nessuno ha fatto una piega e la notizia della nomina fu riportata con zelo da tutti i media del paese.

In questa situazione forse non ha più senso parlare dei media come cani da guardia della democrazia. Ci saranno sicuramente eccellenti reportage televisivi sul perché tanti edifici nuovi sono crollati nell'ultimo terremoto, malgrado le norme anti-sismiche vigenti – evidentemente non rispettate. Ma questi servizi verranno quasi sicuramente mandati in onda a tarda notte sull'unico canale televisivo concesso all'opposizione. Sempre che il nuovo titolare della rete ritenga giusto rinnovare i contratti dei migliori giornalisti investigativi.

Di ritorno dal suo ultimo giro a Londra e Strasburgo Berlusconi si infuriò con i giornalisti che avevano descritto i suoi passi falsi, minacciando "provvedimenti". Ma forse il primo provvedimento che il primo ministro dovrebbe adottare è quello di pensare prima di aprire bocca.

martedì 14 aprile 2009

Analogie tra Piano di Rinascita Democratica della P2 e gli ultimi 30 anni della Vita Politica Italiana

Date un'occhiata a questo video, dopodichè ... a voi la parola!


Mr. B (vedi Mills) ... «chiagn’e fotte».

Promesse di Mr.B ai terremotati di S. Giuliano.....la storia si ripete, ma, NOI ABBIAMO MEMORIA.

Resistenza


venerdì 10 aprile 2009

IO STO CON GENCHI-Questura di Torino 28 marzo 2009


Il Tribunale del Riesame di Roma ha annullato la perquisizione ed i sequestri del ROS del 13 marzo 2009

Il Tribunale del Riesame di Roma (Presidente Francesco Taurisano – a latere Anna Criscuolo) ha annullato il provvedimento di sequestro nei miei confronti della Procura della Repubblica di Roma, eseguito dal ROS lo scorso 13 marzo 2009. Ho sempre avuto fiducia nella Giustizia e nelle Istituzioni dello Stato. Mi sono difeso nel processo da accuse infamanti, ordite da chi ha cercato e sta cercando in tutti i modi di colpirmi per quello che è stato il mio impegno al servizio della Giustizia, nell’esclusivo interesse di ricerca e di affermazione della Verità.

Ringrazio il mio difensore – l’avv. Fabio Repici – per l’eccellente impegno profuso nel difendermi.

Ringrazio i tanti amici che mi sono stati vicini da ogni parte d’Italia. Spero solo di trovare il tempo, a questo punto, per rispondere alle centinaia di migliaia di e-mail e di messaggi su facebook che ho ricevuto in questi giorni.

Confermo la mia più assoluta stima ed incondizionata subordinazione al Capo della Polizia, alle Istituzioni dello Stato e ringrazio i tantissimi colleghi della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, del ROS, della DIA e della Guardia di Finanza, con i quali ho avuto l’onore di collaborare in oltre 20 anni della mia attività professionale.

Ringrazio ancora i numerosi signori magistrati – requirenti e giudicanti – che hanno avuto fiducia nel mio lavoro e nella mia persona e che questa fiducia mi hanno confermato fino a ieri, con attestazioni di stima e conferimenti di incarichi in delicatissimi procedimenti di mafia e di omicidio, anche pendenti presso la Procura della Repubblica di Roma che mi ha indagato.

Un grazie particolare va a mia moglie ed ai miei figli, che mi sono stati vicino ed insieme a me hanno sofferto questo calvario e patito le ingiustizie di una perquisizione domiciliare della mia abitazione e delle abitazioni di Trabia e di Castelbuono dei miei congiunti, che i giudici del Riesame di Roma hanno dichiarato del tutto illegittime.

In ultimo mi sia consentito di ringraziare più di tutti Salvatore Borsellino ed i ragazzi del movimento 19 luglio 1992, che mi hanno dato la forza e la voce per resistere alle ingiustizie che ho subito.

Gioacchino Genchi

Palermo, 10 aprile 2009

martedì 24 marzo 2009

P2, P3, P4... Uno alla volta, nottetempo, casa per casa

Autore: Carlo Vulpio 24/03/2009
Lo avevamo detto. Anzi lo avevamo predetto.Questa sospensione dalle funzioni di poliziotto del vicequestore Gioacchino Genchi - per aver risposto su Facebook a un cronista di Panorama che gli dava del bugiardo, e quindi per essersi difeso con la parola da un'accusa infamante - non sorprende, anche se rattrista.L'ultimo in ordine di tempo era stato Luigi de Magistris. Il giorno dopo l'annuncio della sua candidatura come indipendente nell'IdV, sono arrivate in contemporanea: la notizia dell'apertura di un'inchiesta a suo carico da parte della procura di Roma per concorso in abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio, la "richiesta" del vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, di dimissioni dalla magistratura (cosa che Mancino non ha mai osato chiedere, né fatto notare a nessun altro, da Violante in poi), la notizia della richiesta di archiviazione, avanzata dalla stessa procura di Roma, della querela che Luigi de Magistris e Clementina Forleo presentarono contro Letizia Vacca, membro laico del Csm in quota Pdci, che definì i due magistrati "due figure negative, due cattivi magistrati", offendendoli e anticipando il giudizio prima ancora che se ne discutesse in Csm.Oggi, tocca a Gioacchino Genchi. Vogliono fargliela pagare a tutti i costi perché è una persona onesta e ha dimostrato di avere carattere, non lasciandosi intimidire.Lo avevamo detto. Anzi, predetto, che piano piano, uno alla volta, sarebbero venuti a cercarci, casa per casa, magari nottetempo, per portarci via "in nome della legge", o per farci sentire il loro fetido fiato sul collo.Stanno mettendo mano a ogni arma a disposizione. La stampa amica, i giudici disponibili, le forze dell'ordine condiscendenti, i killer politici a orologeria. Per ora, si fermano a questo. In attesa di capire come si metteranno le cose, e in quale direzione spirerà il vento. Per esempio, il vento delle elezioni prossime venture.Non meravigliamoci se faranno altro ancora, e se ne faranno di ancor più sporche.Non sottovalutiamo. Ma non intimidiamoci. Teniamo gli occhi aperti e diciamo fin da ora a tutti - dagli osservatori inviati dall'OSCE in Italia per controllare la regolarità delle elezioni, ai vertici dei corpi armati dello Stato, dalla magistratura fino al Parlamento e ai cittadini - che non osino metterci le mani addosso. Nemmeno metaforicamente. Perché sappiamo chi sono e si saprebbe subito chi è stato.Genchi, purtroppo, è un altro caso da "esperimento". Ancora una volta, si vuol vedere "l'effetto che fa" e misurare il polso all'intero Paese, colpendo con una ingiusta persecuzione una persona che ha fatto solo il proprio dovere, dal giorno in cui scoprì da dove partirono i segnali per uccidere Falcone e Borsellino con le rispettive scorte fino a oggi, quando con le inchieste nate in Calabria e allargatesi in tutta Italia ha "rivisto" quelle stesse facce del piduismo elevato a potenza che stavano insanguinando l'Italia e continuano a spolparla dal di dentro.Non sanno cos'altro inventarsi. Sono in grave difficoltà. Per questo adesso sono più deboli, e quindi più pericolosi.Ma non ce la faranno. Questo forse è il loro ultimo giro.Sospendere dal servizio un poliziotto onesto, o indagare un magistrato integerrimo, o fare qualsiasi altra cosa che assomigli a queste a qualcun altro, non gli servirà a nulla. La gente ha capito chi ha ragione e chi ha torto. game over.

sabato 21 marzo 2009

Grande Daniele Martinelli


Articolo di: Peter Gomez.
Brutti, conformisti, omertosi e per molti versi inutili. Non è un bel periodo quello che stanno vivendo i giornali italiani. Travolti dalla crisi economica, che riduce anche del 40 per cento gli introiti pubblicitari, i quotidiani annaspano e, dopo essere sopravvissuti per anni drogando i dati di vendita e di diffusione, si trovano di fronte a un bivio: o chiudere, o tentare di far passare la nottata espellendo centinaia di giornalisti e riducendo, di molto, i costi.

La soluzione, insomma, è la solita: la cura da cavallo. Solo che questa volta tagliare le spese e cercare di innovarsi almeno un po' investendo nell'on-line non basta. O meglio, può bastare solo per allungare un'agonia cominciata nel 2000, ben prima dell'esplosione della bolla finanziaria.
Che fare, allora? Ricominciare dai fondamentali: ricordarsi cioè che un giornale trova dei lettori quando è in grado di raccontare loro (con autorevolezza) qualcosa che non sanno. Solo così ci saranno persone disposte a comprarlo.

Se devo pagare per avere delle informazioni (e delle opinioni) è ovvio che pretenda di avere informazioni (e opinioni) diverse da quelle che posso avere gratuitamente dalla tv, dalla free press o dalla rete.

Nessuno, o quasi, tra gli attempati manager e direttori che siedono ai vertici della maggioranza delle testate italiane sembra però in grado di capirlo. Raccontare cose diverse vuol dire infatti faticare molto, rompere schemi mentali, abitudini consolidate e, soprattutto, andare contro corrente. Vuol dire cioè non rinunciare a raccontare il Potere, un Potere di cui anche molti editori,direttori e giornalisti fanno parte, o dal quale attendono qualcosa.

Pensate a ciò che sta accadendo in questi mesi. Le aziende editoriali per salvarsi sperano di ottenere degli aiuti dal Governo. A Palazzo Chigi si studiano diverse soluzioni: dalla cassa integrazione, fino agli scivoli per i prepensionamenti pagati non dagli editori, ma dagli enti previdenziali. Non è ancora chiaro che cosa verrà deciso. È chiaro invece che cosa accade nell'informazione: si viaggia sotto traccia, si sta tranquilli, si cerca di non irritare troppo il manovratore.

Disinformazione continua? E noi informiamo!



Le operazioni di disinformazione inperversano. E’ palese che qualcuno vuole creare un clima di “paranoia da intercettazioni” cercando così di diffondere subdolamente l’esigenza che da una parte la legge che vieta di fatto le intercettazioni sia necessaria, dall’altra che Genchi sia un intercettatore illegale e che quindi vada debellato.

L’ultimo esempio è dato da Corriere.it che pubblica un articolo dal titolo “Gli sms che spiano: pedinamento digitale e informazioni rubate” di Giovanni Bianconi (tieniamoli a mente questi disinformatori ché, se riusciamo a fermarli, poi li mandiamo a temperare le matite) in cui si cita il nome di Gioacchino Genchi, quasi casualmente, per rafforzare il messaggio di paura che si vuole trasmettere.

Il succo dell’articolo è che per spiare un qualsiasi cellulare è sufficiente inviargli un sms: niente di più falso!

Affinchè un cellulare possa essere così platealmente, nonché illegalmente, spiato occorre almeno uno di questi presupposti, che dipendono esclusivamente dalla cura che riponiamo nei confronti del nostro telefonino:

- far installare direttamente sul telefonino da spiare un apposito software (sarebbe come permettere a qualcuno di farsi la copia delle chiavi della nostra casa);
- attivare il bluetooth e tenerlo configurato in modo che chiunque si possa collegare al nostro telefonino e possa fare quello che vuole (è come, non solo lasciare le chiavi del portone di casa nella toppa, ma anche mettere dei cartelli in strada che indichino il percorso per arrivare a quel portone).

Informarsi e informare per resistere.

Da Violante a Jannuzzi, dalla tragedia alla farsa

Luciano Violante è l’ex magistrato che nel 2003 confessò in Parlamento di aver garantito a Berlusconi “che non sarebbero state toccate le sue televisioni” e che non sarebbe stato fatto nulla per risolvere il problema del conflitto di interessi.
Non solo: sottolinea anche il contributo dato per moltiplicare il fatturato delle aziende del Cavaliere.Ancora non si è saputo a che titolo, dietro quale mandato, in cambio di cosa.



Luciano Violante è l’ex magistrato che nei giorni scorsi ha dichiarato:
“La campagna di Di Pietro e di Marco Travaglio a difesa di De Magistris e del consulente Genchi può apparire di sostegno non tanto del magistrato quanto del futuro candidato. Non dubito della buona fede dei protagonisti, ma oggi il modo con cui appare essere stata costruita la candidatura di De Magistris rischia di screditare insieme magistratura, politica e giornalismo.”
Visto che magistrati politici e giornalisti ci pensano da soli a screditarsi, con i loro comportamenti spesso sfociati in condanne che però non hanno impedito loro di continuare a fare danni, c’è da continuare a chiedersi: a che titolo, dietro quale mandato, in cambio di cosa continua a parlare Luciano Violante?
E poi:
“Dovrebbero essere i magistrati a fissare certe regole. Per esempio, chi ha gestito processi mediatici prima di tre anni non può candidarsi.”
Dovrebbero essere i parlamentari (titolari del potere legislativo, a compimento del mandato degli elettori, in cambio della legalità) a fissare certe regole. Per esempio chi è condannato, per mafia o corruzione non può candidarsi. Per tutta la vita. Soprattutto con una legge elettorale porcata.
Ovviamente il sincero Lino Jannuzzi dall’autorevole ilVelino prende la palla al balzo:
“In definitiva, De Magistris scende in politica, sempre con l’incoraggiamento di Genchi, per affiancare e “difendere”, anche in Europa, i magistrati di Palermo e di Caltanisetta che hanno ripreso, diciassette anni dopo, a indagare sui “mandanti occulti” delle stragi che, secondo il registro degli indagati in cui furono inscritti diciassette anni fa, sarebbero stati Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi: a quando la loro ri-iscrizione?”
L’ex onorevole mette le mani avanti, però qui almeno è chiaro il debito di riconoscenza nei confronti di chi ha voluto far passare una condanna per diffamazione come reato d’opinione, anche se compiuto non in veste di onorevole e quindi a che titolo? Dietro quale mandato?In cambio di cosa, in parte, è sotto gli occhi di tutti. Un’altra parte avrebbe potuto emergere dalle inchieste fatte abortire.
Quindi l’ex onorevole conclude citando l’ex magistrato:
“Oggi Violante dichiara che la candidatura di De Magistris “pone una serie di interrogativi sul rapporto tra politica e magistratura e anche tra giornalismo e magistratura” e rischia di screditare insieme magistratura, politica e giornalismo”. Da Violante a Di Pietro e De Magistris: dalla tragedia alla farsa.”

Senza pudore.Da Violante a Jannuzzi, dalla tragedia alla farsa.
Biglietto di sola andata, per favore.

venerdì 27 febbraio 2009

Eutanasia, Nucleare e ......... ?

Dopo la strumentalizzazione del caso Englaro e il Nucleare Francese ...... quale sarà il prossimo spot di Sua Bassezza per nascondere L'ATOMICA Nostrana che il Dott. Genchi stà per innescare.
Siamo alla resa dei conti.
Castolo Giannini

mercoledì 18 febbraio 2009

Oggi siamo un po più tristemente famosi in tutto il mondo di quanto non lo fossimo ieri.Guarda le testate estere:

I nostri TG dove erano?



Chi rallenta la giustizia

Buona lettura,
Bruno Tinti

Ogni tanto i politici italiani si avventurano in frasi destinate, nelle loro intenzioni, a restare nella Storia. Sarebbe meglio che, almeno, stessero zitti. Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha svolto alla Camera la sua relazione annuale sull’amministrazione della giustizia; e ha detto: la crisi della giustizia «ha superato ogni limite di tollerabilità. Il più grande nemico della giustizia è la sua lentezza che coinvolge negativamente lo sviluppo del Paese». Poi è comparso lo «Schema di disegno di legge recante: Disposizioni in materia di procedimento penale» e tante altre sorprendenti novità. E io sono rimasto a chiedermi che ne è stato del problema della lentezza dei processi.Non basta un volume per parlar male di questa riforma. E così, per il momento, parlo solo di una stupefacente novità. Il nostro dissennato codice di procedura penale qualche sprazzo di ragionevolezza lo conservava: secondo l’art. 238 bis, le sentenze emesse in un processo e divenute irrevocabili (significa che non si può più fare appello né ricorso per Cassazione) potevano essere acquisite in un altro processo e costituire elemento di prova, purché confermate da altri riscontri. La cosa si capisce meglio con un esempio. Processo a carico dell’avvocato inglese Mills per corruzione in atti giudiziari; come tutti sanno, nello stesso processo era imputato anche il presidente del Consiglio, come corruttore. Poi è arrivato il Lodo Alfano e la posizione di Berlusconi è stata stralciata (vuol dire che di un processo solo se ne sono fatti due; quello a carico di Mills è continuato e l’altro è stato sospeso). Ora entrambi gli imputati attendono il loro destino: Mills aspetta di sapere se sarà condannato, la sentenza è attesa a giorni. Berlusconi aspetta di sapere se la Corte Costituzionale deciderà che il Lodo Alfano è incostituzionale. Se il Lodo Alfano non superasse l’esame della Corte (il suo predecessore, il Lodo Schifani, l’ha già fallito), il processo a suo carico riprenderebbe e, qui è il punto, la sentenza nei confronti di Mills, quando definitiva, potrebbe essere acquisita e fare prova dei fatti in essa considerati. Se fosse una sentenza di condanna, essa costituirebbe prova del fatto che Berlusconi corruppe Mills; tanto più se, secondo l’ipotesi di accusa, i «piccioli», i soldi, fossero davvero arrivati da un conto nella sua disponibilità.Guarda caso, l’articolo 4 della riforma destinata a risolvere il problema della lentezza dei processi dice: l’articolo 238 bis è sostituito; nei procedimenti relativi ai delitti di cui agli articoli 51, commi 3-bis e 3-quater, e 407, comma 2, lett. a), le sentenze divenute irrevocabili possono essere acquisite ai fini della prova del fatto in esse accertato. Sembra tutto uguale, vero? Invece no: adesso le sentenze emesse in un altro processo fanno prova solo nei processi per mafia, terrorismo, armi (da guerra) e stupefacenti; per tutti gli altri reati non se ne parla, carta straccia.Recuperiamo l’esempio. Quando e se Mills sarà condannato, e quando e se la Corte Costituzionale avrà bocciato il Lodo Alfano, la sentenza che ha condannato Mills non potrà essere utilizzata nel processo a carico di Berlusconi: si dovrà ricominciare tutto daccapo. Che non sarebbe grave: se vi erano elementi per condannare Mills, gli stessi elementi potranno far condannare Berlusconi. Ma, tempo di rifare tutto il processo (qui la riforma ha studiato parecchie cosucce che lo rallentano), sarà arrivata santa prescrizione.Naturalmente questa bella trovata è una legge dello Stato; e, come tale, vale per tutti, non solo per il suo primo beneficiario. Sicché possiamo porci la solita domanda: in che modo questa parte di riforma (le altre parti sono anche peggio) potrà eliminare il grande cruccio di Alfano, «la lentezza della giustizia»?Va detto che questo ministro e il suo presidente sono anche sfortunati: lo scorso 26 gennaio la Corte Costituzionale (sentenza n. 29) ha ritenuto che l’articolo 238 bis (proprio quello modificato dalla riforma) era costituzionalmente legittimo; ne consegue che l’aver previsto che esso valga solo per alcuni reati e non per altri è, questo sì, incostituzionale. E così anche questa farà la fine di tante altre leggi emanate in spregio alla Costituzione; dopo aver assicurato l’impunità a tanti delinquenti, finirà ingloriosamente nel cestino. Ma è troppo chiedere che, prima di legiferare, studino un pochino?

mercoledì 28 gennaio 2009

IO SO



"Io so.
Io so che Tangentopoli non è mai finita, che la corruzione politica è più forte oggi di allora,
io so che molte televisioni e giornali sono uno strumento di propaganda permanente delle forze che si richiamano a Silvio Berlusconi,
io so che Rete 4 è abusiva, io so che Mangano era un mafioso,
io so che Mangano ha vissuto ospite per lungo tempo a casa Berlusconi,
io so che in Parlamento ci sono fior di pregiudicati che non dovrebbero rappresentare gli italiani,
io so che la crisi economica e i milioni di disoccupati e precari sono figli della corruzione, del pizzo, della criminalità organizzata, del malaffare, del connubio tra mafie e politica,
io so che il Lodo Alfano è incostituzionale, io so che nessun cittadino può essere più uguale di altri di fronte alla legge,
io so che Luigi De Magistris è stato discriminato per impedirgli di concludere le sue inchieste, com'è successo a me e com'è succede ogni giorno a tanti magistrati che vogliono fare il loro dovere,
io so che una intera Procura, quella di Salerno, è stata azzerata per impedire che le inchieste di Luigi De Magistris fossero riaperte,
io so che le intercettazioni non sono il problema, ma lo sono coloro che commettono i reati,
io so che chi non ha niente da nascondere non ha paura di essere intercettato,
io so che Berlusconi ha cercato di comprare un senatore e far cadere il Governo Prodi aiutando delle aspiranti attrici,
io so che in un altro Paese questo si chiama corruzione politica,
io so che un Presidente del Consiglio sta usando il suo ruolo e i nostri soldi per fare campagna elettorale in Sardegna invece di occuparsi dei gravi problemi dell'economia,
io so che l'Alitalia è fallita,
io so che miliardi di euro di debiti dell'Alitalia sono stati scaricati sugli italiani,
io so che i piccoli risparmiatori che hanno comprato le azioni e le obbligazioni Alitalia hanno carta straccia in mano,
io so che il senatore a vita Giulio Andreotti è stato prescritto per i suoi rapporti con la mafia e non assolto,
io so che deve essere l'informazione a controllare la politica e non la politica a controllare l'informazione,
io so che il Paese ha bisogno di scrollarsi in modo definitivo questa camicia di forza di criminalità mafiosa e politica corrotta e entrare in una nuova era prima che sia troppo tardi,
io so che il parlamentare deve essere eletto dal popolo e non dai segretari di partito,
io so che Corrado Carnevale non dovrebbe avere più alcun ruolo istituzionale,
io so che la commissione antimafia non funziona perché i partiti non vogliono farla funzionare,
io so che i cittadini italiani vogliono giustizia e non soldati per le strade,
io so che l'Italia è la portaerei mondiale per l'importazione della droga.
Io so che bisogna ripartire onorando la memoria di Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, Giorgio Ambrosoli, Rosario Livatino, Peppino Impastato, Giuseppe Fava, Carlo Alberto Dalla Chiesa e tanti altri che hanno onorato il Paese sacrificando la propria vita, non come chi è andato in giro a fare il latitante.
Io so che il 28 gennaio sarò presente a Piazza Farnese dalle ore 9:00 alle 14:00 per partecipare alla manifestazione a sostegno della Giustizia.
Questo io so. Sapiamolo insieme." Antonio Di Pietro